fbpx

Masseria “La Lunghiera” – Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

Nunzia Bellomo
Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

INNOVAZIONE, DALLA MODA AL RITORNO IN AGRICOLTURA, STORIE DI DONNE

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

Storie di famiglia di nonna, di figlia e di nipote.
Tutto inizia a Turi, nella Murgia Barese, territorio vocato per la produzione di latte di vacche di razza Bruna, considerato l’oro bianco del territorio, insieme alle ciliegie, all’olio, al vino Primitivo di Gioia.

La nonna riceve in dote per il suo matrimonio due vacche, che poi passa in dotazione alla figlia.

Il ciclo però si interrompe perchè la nipote Mariangela lascia l’azienda di famiglia per diventare stilista e modellista di moda.

Nel 2002 però qualcosa cambia in lei e decide che l’azienda della nonna e della mamma non deve chiudere.

Siamo in Masseria “La Lunghiera” al 75mo anno della sua Fondazione.

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

“Tornare a investire in agricoltura è possibile, dobbiamo incoraggiare i giovani ed in particolare le imprenditrici a dedicarsi con innovazione e passione alla valorizzazione del nostro territorio.
Ogni azienda zootecnica che va avanti rappresenta, per la Murgia barese e per tutta la Puglia, un’occasione di sviluppo e di lavoro, la possibilità di tramandare sapori e cultura gastronomica”
sono le parole di Mariangela Netti, terza generazione di questa Masseria che ha rischiato di chiudere i battenti per sempre  oggi vice presidente nazionale del Consorzio Disolabruna, dedicato alla valorizzazione dei prodotti caseari da vacche di razza Bruna, nonché vice presidente imprenditrici donne per la Coldiretti Puglia, presidente provinciale Coldiretti di Bari.

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

Oggi Netti porta avanti l’azienda zootecnica insieme al marito Enzo Antonacci e con il coinvolgimento dei tre figli.
L’obiettivo di questa iniziativa è condividere un’esperienza di vita e raccontare la bontà della Murgia barese con un contributo scientifico provando a d approfondire maggiormente il m ondo della razza bruna ed il loro latte di eccellenza.
Mariangela Netti, infatti, è vice presidente nazionale del Consorzio Disolabruna.

Il momento scientifico moderato dal gastronomo Sandro Romano, è iniziato con l’intervento di Giovanni Tomasoni, responsabile del Libro Genealogico ANARB (Associazione Nazionale Allevatori di Razza Bruna – Valutazioni Morfologiche) , descrivendo la storia della Bruna in Italia, che ha iniziato i suoi passi in Svizzera, e negli ultimi secoli si è poi diffusa in Europa, in Italia ed in Puglia ha trovato la sua patria ideale.

; Giuseppe Mangini (Associazione Regionale Allevatori – ARA Puglia) che ha evidenziato come tutte aziende murgiane (in particolare La Lunghiera) che innovano investendo in tecnologia, provengono da un costante lavoro di selezione genetica di vacche di alta genealogia e da continui controlli funzionali in stalla, ottengono risultati migliori della media nazionale.

Pasquale De Palo, docente della Facoltà di Veterinaria di Bari con occhi orientati alle nuove tecnologie consentendo  la possibilità di salvaguardare e monitorare il benessere degli animali allevati, tutto a vantaggio non solo delle legittime richieste della società, ma anche della efficienza produttiva, partendo dall’assunto che maggiore benessere è pre-requisito per una maggiore sostenibilità economica degli allevamenti.

Graziana Difonzo ricercatrice e docente di Food Science della Facoltà di Scienze e Tecnologie alimentari ha invece sfatato alcuni miti sui prodotti lattiero caseari, visto che spesso sono oggetto di fake news

A fare chiarezza poi ha contribuito, infine, la relazione di Michele Faccia docente della Facoltà di Scienze e tecnologie alimentari evidenziando che la produzione caseria in filiera corta rappresenta un mondo a parte, in cui la produzione è limitata nei volumi, la trasformazione è poco meccanizzata. Insomma, ha concluso il prof. Faccia, “i formaggi da filiera corta non dovrebbero competere con quelli industriali”.

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

Decisamente impossibile descrivere a parole, senza il gusto, la verticale di mozzarella da acido citrico (che si trova più comunemente in commercio) a confronto con quella straordinaria da siero innesto e di latte di sola bruna messa a disposizione dalla Masseria La Lunghiera, guidata dal prof. Michele Faccia.

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

Masseria “La Lunghiera” - Storie di famiglia dalla moda al ritorno in agricoltura

 

 

Rispondi

Post Precedente