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La Vigilia di San Giovanni e la sua rugiada tra mito e tradizioni.

Nunzia Bellomo
La Vigilia di San Giovanni e la sua rugiada tra mito e tradizioni

La Vigilia di San Giovanni e la sua rugiada tra mito e tradizioni.

La notte anteriore al giorno di San Giovanni Battista, 24 Giugno, è considerata una notte magica, la notte delle streghe, infatti al tramonto del 23 giugno è tradizione raccogliere le primizie balsamiche, erbe e fiori edibili spontanei da lasciare in infusione in acqua tutta la notte all’aperto.

In questa notte le forze della natura con la complicità dell’influsso della luna, si compie il solstizio d’estate, conferiscono alle erbe bagnate dalla rugiada, energie positive, virtù curative e protettrici così, artemisia, lavanda, ruta, aglio, salvia, rosmarino e soprattutto l’iperico, detta l’Erba di San Giovanni, diventano: “L’acqua di San Giovanni”.
La mattina del 24 giugno è usanza utilizzarla per lavare mani e viso. Comincia l’attesa di una notte magica!
Quella che, secondo la tradizione popolare, viene ricordata come “la notte del comparizio” in cui si stringe un patto di sangue legato ad un impegno o ad un contratto.
Per effetto di questo patto si diviene “compari di S. Giovanni” così ad esempio i padrini e le madrine del Battesimo, della Cresima e del Matrimonio sono da ritenersi “compari di S. Giovanni”.
L’attenzione con regalie (di solito una collanina d’oro) e il legame dei compari alla famiglia nella quale si è entrati, fanno sì che diventino parenti acquisiti.

Durante la notte di S. Giovanni, esattamente alla mezzanotte, si richiamavano particolari riti come “u’ Uangele della Bona Nove” (l’Angelo della Buona Novella) con il quale si tentava di indovinare il futuro. “s’andevine la vendure”. E poi, quella di S. Giovanni, è la notte del fuoco, “u fueche de s. Geuanne” che brucia il passato e dà inizio ad un nuovo periodo, del passaggio, cioè dalla primavera all’estate.

E’ sicuramente una notte magica La Vigilia di San Giovanni e la sua rugiada tra mito e tradizioni.

L’atmosfera si prepara con la “Vigilia” infatti la leggenda narra che S. Giovanni “il Battista” dormì per 3 giorni e 3 notti consecutivi ed il suo sonno fu talmente profondo che neanche Gesù Cristo riuscì a svegliarlo.
Per la fantasia popolare barese, chi si chiama Giovanni doveva onorare il Santo addobbando la via o corte.
Si doveva imbandire una tavola con il piatto tipico e quindi via con antipasti: pesce crudo, e formaggi, a seguire spaghetti alla “Sangiuannìidde”, menuicchie che la recotta marzoteche, frittura di pesce caldo, “Sopataue”: sedano, ravanelli, lattughe e cicorie fresche accompagnando il tutto con vino nero fresco ed infine la frutta di stagione: i fioroni.
Con questi ultimi si concludeva la tavolata di S. Giovanni rispettando la tradizione culinaria rispondente al motto: “San Geuanne, San Geuanne, pigghe chelumme e ammine nganne”.

Come in molte storie popolari, così anche nella storia della prodigiosa rugiada di San Giovanni vi è una parte di verità.
La credenza vuole che questa rugiada rende speciali le noci per il liquore.
Nasce quindi la tradizione del liquore nocino partendo dalla raccolta proprio in questo periodo dell’anno di 24 noci ancora verdi nel mallo, pulite e tagliate in quattro parti con un coltello in ceramica, sistemate in un recipiente di vetro con 500 ml. di alcool a 95°.
Il passo successivo è pazientare.
Lasciate in infusione per 45-60 giorni, agitando di tanto in tanto il contenitore.
Trascorso questo tempo preparare uno sciroppo con 500 ml di acqua e 500 gr. di zucchero e una volta raffreddato, unire all’alcol.
Filtrare e imbottigliate e attendere 10 giorni prima della degustazione.
Credetemi, è un ottimo digestivo farmaceutico!

La Vigilia di San Giovanni e la sua rugiada tra mito e tradizioni

 

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